lunedì 28 febbraio 2011

Volare, nero


Nina veste di bianco e di rosa.
Nina è pietra di betulla. Algida.
Nina danza da sola.
Nina ha una madre sul collo e tanto lavoro alle spalle.
Nina abita una fiaba senza fine.

Lili è nera, Lili viene dall'Ovest.
Lili mangia, Lili balla.
Lili è un ragno che salta.
Lili è una cantilena di natiche per Rothbart.

Beth è oltrepassata, oltraggiata, risvegliata.
Beth era perfetta, ora è morta, è una reietta.

Nina ruba qualcosa a Beth, ma tutto resta com'è.
Nina ruba qualcuno a Lili, perchè tutto resti com'è.
Ma il Bianco muta in Nero.
La bestia si fa uomo.
Sdoppiando verso il basso.

Tutto qui mi ricorda Ricky, Eli ed altre metamorfosi.
Per non dire delle lacrime e dei tonfi di Randy.
Darren Aronofsky è entrato NEI piedi di Nina e NELLE vene di Randy.
Eccessivo, non ossequioso, nel dividere.

Rothbart dice:
"Stupire se stessi (per)
Stupire gli altri e
Lasciarsi andare"

Questa è perfezione.
Questo è canto di cigno.
Nero!


Recensione in forma di poesia del film Il cigno nero, di D. Aronofsky (recensione "tradizionale")
E già che ci siamo e citiamo, consiglio vivamente la lettura di quella, che sposo parola per parola, del bellissimo (più de Il cigno nero, senza dubbio) precedente film di Aronofsky, la storia di Randy "The Ram" Robinson, The Wrestler. 

martedì 22 febbraio 2011

Omaggio a TWIN PEAKS

E' vero, c'era il nano che ballava, la signora del ceppo, il fantastico agente Cooper, stupiva la vicenda dell'uomo senza un braccio e il fascino di Audrey; c'era la forzuta Nadine alle prese con le sue tende mentre il marito filava -bellissima storia- con Norma della tavola calda amata da Cooper per le sue crostate; e, insomma, ci sono tutti i segreti di Twin Peaks, con l'hotel e la casa di Laura tra le location più suggestive. 
C'è tanto in Twin Peaks, forse la più completa -sarà anche per la durata- summa delle tematiche care a David Lynch, senza contare la musica del migliore Badalamenti e l'incanto della realizzazione del primo telefilm d'autore nella storia del cinema e della tv. 
Io, però, scelgo questi due "piccoli" video, uno per il lato ironico (protagonista l'eccezionale personaggio che risponde al nome di Albert Rosenfield, medico legale FBI tanto in gamba quanto assolutamente privo di tatto che, insieme a Gordon Cole, interpretato dallo stesso Lynch, sono gli emblemi dello humour della serie), l'altro per il lato cupo e orrorifico, dove arriviamo al capolinea del viaggio nella Loggia. 
Un contrasto in perfetto stile Mulo, setaccio e piccone, direi. 
Buona visione!


giovedì 17 febbraio 2011

DEXTER, quarta stagione: ma come cxxxo fai?


Il beneamato Dexter Morgan allo stato attuale ha:
moglie
figlio naturale (vedi foto)
due figli adottivi
sorella che vive nel suo ex appartamento
vetrini insanguinati e arsenale chirurgico in un baule nel deposito attrezzi
un amico serial killer 
un poliziotto che fiuta losco sul suo conto
un alter ego (Kyle) 
la necessità di uccidere, secondo rituale, qualche bastardo a piede libero

Di qui il titolo del post, che però si riferisce pure a come la quarta serie ri-sollevi le sorti della vicenda dexteriana, dopo una terza stagione deludente per via del passaggio da due stagioni che attingevano in via esclusiva al nucleo potenziale iniziale dei personaggi, con le loro storie e temperamenti, svolgendone una narrazione lucida e credibile in modo assolutamente fluido e coinvolgente, ad una successiva terza che vedeva costretti gli sceneggiatori ad introdurre elementi esterni che potessero turbare lo status quo e produrre nuove necessità narrative. Insomma, una bella trasformazione: dalla spontaneità di un racconto quasi di sapore orale, per scioltezza e drammatizzazione, pur nella sua complessità, a un intreccio che sa molto di legno di tavolino, di discussioni non del tutto risolte fra sceneggiatori, autori e produzione. Non che la quarta serie ci riporti (sarebbe impossibile) ai picchi delle prime due, però tutto il materiale passato e tritato nella terza ha creato un nuovo terreno fertile per una nuova più compiuta (e composta) vicenda.

Attenzione ai video di questo post: alcuni di essi contengono scene di violenza che possono turbare
Video in italiano di presentazione di Dexter (prima serie)

Mettiamola così: nelle prime due stagioni Dexter conosce e si fa conoscere, impariamo ad apprezzarlo e temerlo, apprendiamo la sua storia, e il suo passato e presente sono direttamente i temi principali delle puntate, e le cacce all'uomo lo riguardano molto direttamente. Trovato epilogo tali vicende, nella terza serie Dexter prova ad integrarsi e ad intraprendere un percorso personale che disattende, non senza sensi di colpa o paure, il noto codice di Harry (il patrigno che ha allevato Dexter dal momento della violenta morte della madre). L'evento che lo introduce a questo cammino è la possibilità di un'amicizia sincera con Miguel Prado, un magistrato con cui sembra poter condividere il suo terribile segreto. Attorno, la decisione di sposarsi con Rita e quindi abbandonare (?) la sicurezza e la sacralità dello spazio solitario e le abituali difficoltà a incastrare i vari livelli esistenziali (famiglia, lavoro, passione segreta per l'omicidio, colleghi e sorella poliziotti, eccetera). Questo "nuovo" Dexter, alle prese con il desiderio di provare ad uscire dallo schema paterno e riconoscersi pezzetti di umanità e sincerità relazionale senza abbandonare l'affezionato Oscuro Passeggero, è nella terza stagione un Dexter un po' cubista, un puzzle male assortito, stridente in più punti della narrazione e non convincente nei personaggi che gli fanno da contraltare (come il penoso Scorticatore).

Le due anime della serie: nel primo video Dexter gioca nel tentativo di capire come comunicare alla sorella che lui è un serial killer. Nel secondo fa i conti con il passato rivivendo la scena della morte della madre, a cui ha assistito a soli tre anni, un inferno di sangue e dolore che ha ibernato le sue emozioni.

Nella quarta stagione, invece, il protagonista del serial è più convincente, vuoi perchè ormai è incastrato (si è sposato, e c'è pure il suo primo figlio naturale, Harrison) e la lotta per riuscire a integrare le sue parti, per non perdere se stesso nell'aprirsi e nell'inserirsi nel mondo sociale, è sicuramente interessante e ben costruita, vuoi perchè il personaggio antagonista (tipicamente assimilabile ad un doppio di Dexter, ma non dalla parte dei buoni) questa volta non è un "amico" dalla storia e dalla personalità un po' piatte e scontate, pur nella sua relativa ambiguità, come Miguel Prado, ma è (ancora) un serial killer, anzi, il serial killer, invisibile, efferato e attivo da almeno trent'anni. Un uomo che agisce con un rituale molto preciso e spietato, che sfugge a facili caratterizzazioni. Anzi, andando avanti con le puntate, la natura di "Trinity" svelerà non poche sorprese.
Confermano la freschezza "della minestra" le vicende di Debra, sorella di Dexter (una sorpresa sempre più apprezzabile la prova dell'attrice, figlia d'arte, Jennifer Carpenter), la storia tra Angel e LaGuerta, e soprattutto la famiglia stile Kynodontas (film greco molto ben fatto che mai uscirà nelle sale italiane, pur se vincitore del premio Un certain regard a Cannes 2009) di Trinity. Pesante invece la presenza continua dello spirito di Harry, con tanto di luciona sparata dall'alto perennemente sulla zucca. 
Siamo quasi alla fine della stagione. Si preannuncia un finale molto scoppiettante. 
Vi faremo sapere!

sabato 12 febbraio 2011

Perchè questo blog è così nero


Perché il cinema è come i sogni: superficie da cui emergono desideri impronunciabili, paure, angosce e istinti primordiali. A volte comprensibili nel ricordo, altre volte sfuggenti, invisibili, o apparentemente assurdi, come le forme mutevoli dell'Oceano di Solaris. Il cinema è un rito che può esorcizzare le paure,  perchè se ne può condividere la superficie manifesta e, a volte, anche gli abissi da cui i mostri hanno preso vita. E a me i bassifondi sono sempre piaciuti, un po' perché ci sono stato, e un po' perché non nego il lato oscuro delle cose del mondo, anzi, trovo geniale riuscire a raccontarlo in film come "A l'interieur", "INLAND EMPIRE" "Arancia meccanica" e psicologicamente sano illuminarlo e cavalcarlo, come ben suggerisce l'archetipo junghiano del Guerriero. Più luce brilla, più ombre si allungano.

venerdì 11 febbraio 2011

La bocca del lupo


 80 mila euro di costo. Un film povero, e dei poveri sarà il Regno dei Cieli. Bastardo, pasoliniano, greve ma soave, "La bocca del lupo" è il racconto di una città -Genova- e delle sue caverne abitate dagli invisibili e dai loro spiriti del passato. A segnare il passo tra riprese mozzafiato stile documentario di quasi un secolo fa, il film, prodotto dai gesuiti e vincitore del Torino Film Festival 2009, mostra bar, mura e caruggi che hanno visto incontrare e fiorire un amore incrollabile e semplice nato tra le sbarre fra Enzo, faccia da duro ma cuore grande e libero, figlio di emigrati siciliani, rapinatore e contrabbandiere e Mary, transessuale, con problemi di droga, scappata da una famiglia borghese romana. Niente attori, solo realtà, miseria materiale, estrema dignità e sapienza esistenziale: quella degli Ultimi.






venerdì 4 febbraio 2011

DELLA PASSIONE

Niente classifiche, questa volta, ma un omaggio a un unico lavoro, visto che contiene due scene di passione molto, molto coinvolgenti. Stiamo parlando di

A History of violence, di D. Cronenberg (recensione)

Tanto per cominciare, e entrare nell'atmosfera rarefatta ma intensa del film, i fantastici primi minuti che introducono a questo "nuovo mondo" di Cronenberg


E ora via dritti alle due splendide scene di amore molto diverse ma entrambe estremamente appassionate. La sconvolgente lucidità del film e dell'energia attrattiva della coppia di protagonisti nasce dalla presenza di un doppio che man mano si manifesta e si incarna nel personaggio di Mortensen. Tutti temi cari a Cronenberg, ripresi però in AHOV con una rinnovata acutezza di regia e fotografia che confezionano uno sguardo secco, sapiente e profondo sulle luci e le ombre dell'animo umano, della famiglia, e della società. Un film imperdibile e due scene da pelle d'oca!

1 scena) Un matrimonio riuscito: a 40 anni Maria Bello si traveste da pon pon girl e ribalta il marito come un calzino. Avercene! (Nb: il video riporta le due scene in sequenza...ma io preferisco uno stacco, quindi interrompete la visione a 3'17'' e poi proseguite la lettura!)


2 scena) Fare l'amore con due persone diverse in una, il marito e l'assassino. Anche questa una delle ragioni del successo di un matrimonio basato su di una relazione che si rinnova e approfondisce?

giovedì 3 febbraio 2011

DEL SANGUE

Ecco una selezione di ottimi film che del sangue hanno molto da dire, con indicazione di una scena eccezionalmente cult. Lasciamo fuori i Saw, gli Hostel e compagnia cantante, perchè il fluido rosso sì vi ribolle, ma perlopiù senz'arte e a lasciare il segno sono solo grottesche risate dagli autori non richieste.

Attenzione! Si sconsiglia la visione dei prossimi video alle persone impressionabili. Alcuni dei film sottostanti, in alcuni Paesi, sono vietati ai minori. Visionandoli l'utente si assume la responsabilità della propria condotta.

1 - A l'interieur, di J. Maury e A. Bustillo (recensione)
A partire da una trama tanto semplice quanto crudele, un'esperienza visiva sconvolgente e poetica. Morte e vita si scontrano sulla lama tagliente di un coltello che dipinge sangue e incide carne. La scena cult è la colluttazione nel corridoio (tracce nel trailer qui sotto). Una folle e animalesca lotta tra madri per difendere ciò che è di più prezioso. 
Intimo.
Rosso.
Essenziale.
Bellissimo.


2 - Lasciami entrare di T. Alfredson (recensione)
Quasi una storia di educazione sentimentale fra due giovanissime vite ai margini, perse nella vastità del territorio e nell'assenza di legami: il terreno migliore per aprirsi all'amore senza maschere e pregiudizi. Direte voi: e il sangue? Ah già, la splendida e occhionuta lei è una affamatissima vampira. Scene cult all'ingresso di casa di Oskar senza invito, i cento gatti impazziti e molto altro (non solo sangue) ancora. Una sorpresa tagliente e affinata, un film spietato e giusto.



3Ichi the killer, di T. Miike (recensione*)
Un concentrato di nefandezze e violenze pulp, punk e visionarie, firmato Takashi Miike. Che altro aggiungere? La scena cult è la divisione a metà operata con gli stivali-lama di Ichi. 


* La recensione linkata propone l'eventualità che la visione del film possa incrinare rapporti di amicizia e relazioni. E' andata proprio così quando ho inserito Ichi nel programma di una rassegna -raffazzonata- di cinema all'aperto, in un contesto particolare con cui collaboravo da diverso tempo. Quando il responsabile dell'evento ha posato gli occhi sulla pellicola per più di mezzo secondo, ha istantaneamente mandato a cagare me e il "maniaco che ha potuto concepire una cosa del genere". Fantastico.

martedì 1 febbraio 2011

YATTAMAN

Un gioiellino, nel suo genere.
L'ho visto tempo fa (con i sottotitoli) e lo trovo veramente ben fatto, divertente e piacevole.
Per chi ama la serie cartoon da cui è stato tratto, un must, con integrazioni dei personaggi e delle trame tanto intelligenti e originali quanto pertinenti con la serie.
Per tutti gli altri, una scoperta.
L'autore è il caro vecchio e soprattutto  sobrio Takashi Miike.
In sala esce il 28 gennaio (e speriamo stia almeno tre giorni, checcazz)

Eccone un'ottima recensione